Ei ciao, sei su Calibri, è sabato, e di sicuro hai dei programmi per la serata che possono comprendere a piacimento alternative come:
bere una cosa, guardare un film sotto una copertina, andare a vedere le corse clandestine, ballare in cucina mentre qualcuno ti parla, ma anche stare al telefono per ore, fare lo zaino per l’escursione di domani, finire quel romanzo che ti hanno consigliato in ufficio, oppure uscire a guardare le stelle con il tuo cane, lì dove c’è quel ritaglio di prato, dove fa un po’ più buio e lui sente gli odori degli altri animali, d’estate ci viene anche qualche mora, selvatica, e mentre lui abbassa il naso tu guardi passare gli aerei.
Oppure? ✨
Insomma, le variabili sono tante, peraltro, non ricordo cosa stavo guardando ma mi sono imbattuta nella domanda qui sotto mentre cercavo cose su internet, Google è fantastico:
Che lavoro fare se sei bello?
Giocatore di poker professionista
Disegnatore di fumetti
Personal Trainer
Mago di professione
Fashion Designer
Enologo
Dog Sitter
Pilota di aerei
C’è molto da ragionare, direi.
Montesalto
È una giornata senza scosse, più o meno in asse. C'è un gran vento che spinge le cose e le tira per i capelli. Potrebbe far volare via anche la palestra.
Le macchine nel parcheggio stanno chiuse come animali con la testa tra le spalle.
La macchina di Dario non c'è.
Salta il corso, allora.
Lo spogliatoio è pieno.
Ragazze si toccano la coda e si sistemano gli orecchini, si tolgono i bracciali.
Fuori, vento. Dentro, vapore.
In sala lo spazio è organizzato simmetricamente, sembra un set cinematografico.
Step, pesi, tappetini e cavigliere sono stati disposti da un'intelligenza ordinatrice che ha abolito il caos e ottimizzato tutte le prospettive.
Oggi Dario è assente, dice l'intelligenza ordinatrice. Faccio lezione io.
E all'improvviso il corso è un altro.
C'è solo muoversi e scaricare a terra, senza pause, è una meccanica fluida e perfetta, con le orecchie accarezzate da comandi vocali adamantini.
Il corpo dell'intelligenza ordinatrice si muove nello spazio e lo attraversa con il gioco elastico della muscolatura.
Molta fatica.
Ha scelto una playlist che fa sentire dei soldati.
Soldati monaci danzanti che colpiscono e non mancano un colpo.
Nello specchio tutte sono un sol uomo.
Quando finisce, ci sono gambe che tremano. Lei sorride sotto la frangetta e buca il grigio con il rosso delle guance.
Vuoi un energy drink?
Mood
Mi è piaciuto
Ora che lo ho finito (ti avevo anticipato qualcosa a gennaio) posso dire con cognizione di causa che mi è piaciuto questo libro, eccoti uno stralcio di rece per dirti che ne penso (l’articolo completo è qui):
Non un libro solo per ragazze, e soprattutto non solo per “ragazze perbene”. Tra chi resta e chi se ne va, c’è anche spazio per una vitale sferzata di novità, per un positivo messaggio di riscatto: alla fine non c’è giusto o sbagliato, c’è trovare se stessi ed essere sinceri con la propria idea di libertà.
E poi lo speciale di
per l’8 Marzo, ex Festa della Donna, ora Giornata Internazionale della Donna, meglio noto tra le frange ribelli (i ribelli sono sempre i buoni) come Lotto Marzo. Le mie mimose hanno fatto una pessima fine ma questa è un’altra storiaCosa sto leggendo
Gli oroscopi letterari di Paper Moon, li scrive Diletta e li illustra
Cosa sto ascoltando
Puntine, la rubrica sonora di Valentina, “tutta la musica nuova e bella uscita durante la settimana”
A cosa sto pensando
Sto pensando che nella scorsa puntata di Calibri non ho inserito neanche un libro (?), che dovrebbe smetterla di piovere anche se gli ambientalisti son contenti, e che vorrei passare del tempo in uno studio di registrazione, dovremmo farlo tutti, chissà che verrebbe fuori
E tu?
Mai provato ad ascoltare come suona la tua voce con un po’ di riverbero?
Ospiti
Nella puntata di oggi ci avviciniamo a un lavoro molto bello, variegatissimo, lo stesso che Valentina Fortichiari racconta in un memoir ricco di vita. L’ospite di oggi si occupa di comunicazione come free lance, ha lavorato in diverse case editrici ed è attualmente consulente per Feltrinelli Editore e Rai Libri. Risponde Francesca Fiorletta.
• Come descriveresti il tuo lavoro?
Proprio oggi un caro amico mi ha detto: «Tu non sei una persona, tu sei un Ministero». Ecco, definirei così anche il mio lavoro, un ministero di attività, che ruota tutto intorno al creare relazioni: con la stampa, col pubblico, con gli autori, con gli editori, con i festival, con i premi…
• Quali sono secondo te le caratteristiche di un bravo Ufficio Stampa?
Sicuramente la capacità di mantenere l'ordine e il sangue freddo: le attività sono tali e tante che non ci si può permettere di essere confusionari e nevrotici, altrimenti il rischio è che vada tutto per aria.
• Nella tua esperienza, come è cambiata la maniera di fare comunicazione intorno ai libri nel tempo?
I social e il web hanno preso sempre più piede, affiancando i canali più consueti come la carta stampata, la radio e la tv; e dunque, anche il modo e gli ambiti in cui promuovere libri e progetti si è espanso a macchia d'olio. Molto bello, se ci pensi, ma che fatica eh!
• La cosa più semplice e la cosa più difficile del tuo lavoro.
Il mio lavoro dipende principalmente da chi e cosa ho davanti, perciò se ho un libro importante, di un autore accattivante e simpatico, pubblicato con un marchio accreditato, il mio lavoro è tutto sommato abbastanza semplice; viceversa, può essere davvero complicato.
• Bisogna sempre apprezzare i progetti che si comunicano?
Dipende, se si ha la libertà di poter scegliere ogni volta su cosa lavorare magari sì; altrimenti, si manda avanti l'onestà intellettuale. Io non propongo ogni libro come un capolavoro, ad esempio, ma penso che ciascun testo abbia almeno un punto forte, qualcosa di interessante per qualcuno. La vera sfida è centrare il mirino di quel qualcuno.
• Quali sono i canali che segui per essere sempre aggiornata?
Quelli di cui parlavamo prima, cioè la stampa la radio e la tv, il web e i social. Non è così difficile, nonostante tutto, farsi un'idea di cosa ci accade intorno: tutt'è averne la curiosità!
• Chi è Francesca
In questi giorni si celebra il ricordo di Lucio Battisti, lo omaggerei con un verso che mi accompagna da quando sono piccola: «Ti stai sbagliando chi hai visto non è, non è Francesca».
Memo: via libera alle proposte di contributi, idee, progetti, per questo spazio molto verde che è Calibri, manda pure, soprattutto se hai un’affinità elettiva con le scritte al neon✨
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Noi ci leggiamo presto✨