Ei ciao, ben ritrovato, è sabato e questa è Calibri, una letterina sui toni del verde come le foglie nuove, i bei sogni e il gelato al pistacchio. Ma anche l’acqua dei fiumi, l’erba dopo la pioggia e la speranza (spero non uccidano l’Orso).
Cosa dice la tua bussola interiore? È ora di partire, di restare, di tenere duro? Di fare tesoro, di focalizzare, di strofinare la pietra che hai covato per tutto l’inverno e vedere cosa sprigiona?
Vedere se luccica. Certo che luccica! Motore, azione. Oppure, gas!
Che sia sprint o meditativa, che sia pura energia fisica o un raggiungimento mentale, la cosa che hai covato sembra funzionare.
La accendiamo?
Montesalto
È strano, ma a volte bisogna girare per credere. Provare per credere. Andare a sbattere.
Le cose possono avere un aspetto diverso quando all'improvviso non ci sono più. Oppure, bastava guardarle da in cima a un ghiacciaio. O dal buio di una camera vuota. O dal fondo di un bicchiere.
Da dietro la spina delle birre di un pub. O guardarle allo specchio senza mentirsi. Quando sei solo tu con le vene delle tue mani, e le dita delle tue mani, e i tuoi tendini, e i tuoi capelli, e la tua pelle che ha tanto vissuto e che hai stressato ancora, e ancora, e ancora.
Ti fermi, e senti battere il sangue. Sangue vuol dire cuore. Il cuore fa la bussola, come quella dei Pirati dei Caraibi, che non punta mai a nord, ma verso la cosa che più vuoi al mondo. E allora vai a prendertela.
Diceva.
E diceva, non sono i posti a fare la differenza, ma i progetti. Le cose che vibrano. La nota profonda.
Questo l'aveva detto lei.
La nota profonda era quella tua, solo tua, quella che se togli tutte le sovrastrutture e ascolti bene fino a sentirti scoppiare la testa, e respiri, la trovi. È come un'impronta digitale. Identità sonora.
Beh, erano chiacchiere ubriache.
Sta di fatto, che la vita ti porta a dispersioni, ritrovamenti, e successive messe a fuoco.
Quando hai chiara la direzione, non ti serve molto altro.
Vedi le maglie della rete come punti di forza, nodi affettivi.
Una geografia confidenziale.
Mood
Mi è piaciuto
Questo intervento di Chiara Valerio, scienziata e saggista, su StartupItalia (si parla di interazione tra umano e intelligenza artificiale, nello specifico di ChatGPT)
Viviamo nella fantasia che i limiti del corpo siano limiti da superare. Sono invece la struttura che ci tiene. Come la rete da tennis. Che gioco sarebbe il tennis senza la rete? Cosa saremmo noi senza i limiti del corpo? E come è possibile pensare l’illimitatezza?
Questa copertina, e anche la descrizione (sembra essere un libro femminista, lo pubblica Einaudi, nel 1999)
«Con la sua saporosa inventiva linguistica Grass riesce a condensare, in accostamenti fulminei che trapassano la fila dei secoli, l’unità della vita; l’io narrante – cioè ognuno – sente di essere concretamente esistito nelle epoche precedenti stratificate e depositate in lui, d’aver amato cacciato e cavalcato tante volte sulle sponde dell’oscuro fiume del tempo e si riconosce negli oggetti, negli alberi e nei cibi, nel fluire che lo collega alla totalità – atemporale e femminile – del mondo.»
Cosa sto leggendo
Un lungo articolo di Altri Animali su Richard Hell, le news sui nuovi strumenti introdotti da Substack, le vostre newsletter, le battute sarcastiche su come Elon sta scempiando Twitter, e solo i titoli di quel che succede, perché a volte è bene non approfondire
(Qui sotto su Richard Hell)
Stando a Google Richard Hell è un bassista. E iniziamo già malissimo perché qui si sta scrivendo un ritratto d’autore e i bassisti non godono di una gran fama come artisti. […] La prima vera fuga di questa storia, Richard la mette in atto a 16 anni, a bordo di una macchina «presa in prestito», puntando verso sud con l’amico Tom Miller (futuro Verlaine). A questo punto alle fantasie infantili si è sostituito un vero e proprio manifesto programmatico la cui idea di fondo è presto detta: «Saremmo diventati i poeti fuggitivi di cui tutte si sarebbero innamorate».
Cosa sto ascoltando
Per imperscrutabili motivi e senza nulla da dichiarare a mia discolpa, tutta la colonna sonora di Guerre Stellari che è BELLISSIMA – e ciò che è stato fatto all’infuori delle prime 2 trilogie non esiste, fight me
A cosa sto pensando
Al fatto che uau, ci sarebbero un sacco di cose da fare ad avere più tempo, e alla settimana lavorativa di 4 giorni, a dream
E tu?
Non sei d’accordo sul fatto che un weekend più lungo darebbe una spinta positiva al tutto? Lo sapevi che il profumo della pioggia sull’asciutto si chiama petricore (da πέτρᾱ, pietra + ἰχώρ, linfa, cioè quel che si sprigiona dall’incontro di acqua e suolo)?
Ospiti
L’ospite di oggi legge, comunica e racconta per lavoro, ma soprattutto cura la newsletter
, un aggiornamento settimanale sull’uso della lingua nella comunicazione. Risponde Andrea M. Alesci.• “Linguetta, una lattina di parole da stappare”: ci racconti come è nato il progetto?
Ero in un momento in cui stavo ridefinendo un po’ di cose e volevo uno spazio in cui mettere una parte di me stesso, un posto in cui rendere chiare le cose che avevo letto, studiato, capito della lingua; e sapevo che non mi serviva un luogo (chiuso) ma uno spazio (aperto) in cui quello che scrivevo poteva incontrare le persone; l’approdo su Substack mi è sembrato perfetto.
Ho iniziato con quello che vedevo, leggevo, ascoltavo in giro e che mi sembrava non funzionare: email, annunci, volantini, bandi, messaggi in chat, articoli di giornale, circolari scolastiche; prendevo le cose scritte, le smontavo e le rimontavo per ottenere un effetto semplice: farsi capire.
• È impegnativo curare una newsletter settimanale con argomenti, temi e contenuti sempre diversi e nuovi?
La scansione settimanale mi sembrava ideale per prendermi il tempo di approfondire ogni volta un esempio/aspetto/caso diverso della lingua, senza togliere troppo tempo a chi mi avrebbe letto. Ammetto che a volte la fatica nel trovare argomenti da affrontare si fa sentire, però subito mi ricordo che c’è una comunità di lettrici e lettori, ed è il punto di forza del progetto. E questa fatica si trasforma anche in una bussola, che mi orienta nella ricerca di nuove visioni e letture, consentendomi di esplorare spazi d’incertezza e soprattutto dando a Linguetta anche forme diverse rispetto all’inizio.
• Comunicazione, lingua, linguaggi: perché è importante tenere d'occhio queste materie, oggi?
C’è un aforisma del filosofo Ludwig Wittgenstein che dice: “I limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondo”. Mi piacciono gli aforismi, perché condensano il pensiero e allo stesso tempo lo espandono. Questo di Wittgenstein dice tutto di comunicazione, lingua e linguaggi: avere più parole ci aiuta a vedere le sfumature, a definire meglio cose e persone che ci stanno intorno, in definitiva a capire, pensare, parlare meglio.
Che poi è la stessa cosa che diceva Gianni Rodari: "Tutti gli usi della parola a tutti: mi sembra un buon motto, dal bel suono democratico. Non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo”. Perché le parole liberano, e usarle per comunicare in modo chiaro, sintetico e adatto a ogni contesto aiuta a riconoscere che scriviamo o parliamo sempre per altre persone.
• Quanto è stretto il rapporto tra lingua e comportamenti? In altre parole, è vero, secondo te, che il linguaggio struttura le cose, dà forma al reale?
Tutto passa dalla lingua, che riflette un pensiero e si trasforma in azione. Il linguaggio definisce persone e cose, il modo in cui nominiamo descrive un mondo piuttosto che un altro. Le parole usate male diventano gabbie, usate bene sono un esercizio di libertà.
Lo spiega bene la sociolinguista Vera Gheno nella prima puntata del suo podcast Amare parole, facendo luce su linguaggio denotativo e connotativo: denotare vuol dire descrivere le cose, connotare è descrivere aggiungendo un giudizio; e quando connotiamo stiamo titillando i pregiudizi delle persone, parlando alla pancia e non al cervello.
Ecco perché il linguaggio dà forma alla realtà, e perché trovare le parole giuste è vitale per informare il mondo senza cadere nella trappola del giudizio. Non è facile, è un processo continuo, però è la grande possibilità che ci dà la lingua: imparare continuamente per riuscire a essere consapevoli delle parole che usiamo.
• Di cosa ti occupi “fuori” dalla newsletter?
Scrivo cose per piccoli umani: nel 2019 ho scritto Il giro d’Italia in 80 isole, una raccolta di 80 filastrocche ambientate su altrettante isole italiane, uscito per Einaudi Ragazzi (anche se ora è già fuori catalogo, vabbè gli troverò una nuova casa); l’anno prossimo uscirà una nuova storia in rime per un altro editore. Poi giro per scuole e biblioteche facendo laboratori di scrittura per bambine e bambini. Soprattutto sono impegnato in diversi progetti sui gruppi di lettura con medie e superiori. Però c’è una cosa che mi piacerebbe riprendere a fare, cioè scrivere più assiduamente per riviste online – ci sto lavorando. E poi, come mi sta insegnando Linguetta, mi apro all’incontro e all’inesplorato, tipo finire dentro una puntata di Calibri!
• Chi è Andrea
È uno che legge, che ha guardato millemila film (e continua imperterrito), uno che corre sui sentieri di montagna, uno che cerca di ricordarsi sempre di giocare, come faceva da bambino. Soprattutto è uno a cui piace sorridere e ridere.
Ricorda: come sempre, puoi mandarmi un contributo. Puoi inoltrare la tua puntata preferita a chi vuoi tu, fare un salto e farne un altro. E puoi anche proporre un ospite o proporti come ospite. Siamo molti di più dei 25 lettori di Manzoni, buttati!✨
Se questa newsletter ti è stata inviata dalla tua nuova collega (quella ricciola), da un fratello di sangue, un compagno di scorribande o da un cosmonauta che ha captato il segnale E ADESSO vuoi riceverne altre, puoi iscriverti qui:
Prima dei saluti, grazie a chi si è aggiunto nell’ultima settimana <3
Ebbene, le sporchiamo queste scarpe bianche?
Noi ci leggiamo presto✨