Bentornato su Calibri che oggi è tutta verde acqua (?)
Diciamo gli altri tipi di verde che conosciamo: verde pastello, verde lime, thè verde, verde foresta, verde smeraldo, verde Veronese, verde asparago, verde pistacchio, Giada e primavera, verde cinabro e verde militare.
C'è persino il verde ufficio. Che colore sarà il verde ufficio.
È Febbraio, questa è la prima newsletter del nuovo mese✨
Fa caldo e fa freddo, sono passati i fasti di Dicembre/Gennaio ma non è ancora tempo per il pool di endorfine di Marzo/Aprile. Questo mesino gettato lì, quindi, dobbiamo sfangarcelo in un altro modo.
Un mesino un po' né carne né pesce, un po' che non sai cosa farci, in cui le sirene tentatrici della primavera portano turbamenti ma dobbiamo lavorare.
Combattiamo lo stress da burnout con una vitamina! E a proposito di verde ufficio, c'è uno stress positivo e uno stress negativo, lo sapevi? Eustress e Distress.
Cerca di scegliere quello giusto, intanto eccoti la tua vitamina✨
Montesalto
Nella fit boxe, l'importante è essere sempre in movimento. Eseguire a tempo una serie di figure che somigliano alla danza, sta a te quanto letale.
Il sacco rappresenta il tuo partner, il punto di riferimento attorno a cui volteggiare. Un andirivieni di avvicinamenti e allontanamenti che culminano nell'attacco. Come una falena contro il rosso, nel corpo a corpo ti fai sotto, scarichi ripetutamente pugni e calci. Ginocchiate. Però danzi.
Non è la forza, è il movimento.
Dai finestroni entrano raggi di sole già tiepidi, se la cassa pompasse meno potresti sentire il ronzio delle api. Le prime.
Le ragazze ridono, bevono dalla bottiglietta. Hanno i capelli legati e i muscoli in tensione.
È una palestra nel nulla. Ci sono parcheggi nel nulla.
Guardando il pavimento mentre stai immobile in plank pensi che dopo verranno altre cose, che il corpo risponde, che sono bellissime le chiacchiere da spogliatoio, e tutte queste vite vissute, ciascuna di mezz'ora, oppure un'ora, che poi forse era un anno, un secolo fa o domani – e c'è la pausa sigaretta dopo, con gli occhi in bagno d'oro, una dinamica delle sensazioni.
Intanto passano macchine veloci che vanno da altre parti. La montagna cresce di noi e di tutte le nostre mezz'ore. Quanto dà, quanto si è presa.
Allenti la sciarpa, fa quasi caldo, tra poco non si potrà più lavorare, la primavera mangia il cervello.
È il solito stordimento, ma all'occorrenza sai picchiare.
Mood
Mi è piaciuto
La
n° 184. Vedere attraverso i muri? Aiuto (La scrive )Cosa sto leggendo
Le linee della mano. Le polemiche del giorno. Le tendenze del momento (
è una tendenza del momento. Sai che anche la newsletter de "I libri degli altri" sta per migrare su Substack?)Cosa sto ascoltando
Nessun podcast, questo è fuori discussione (non ce la faccio, proprio non ce la faccio, è grave?)
A cosa sto pensando
Questa settimana hanno detto di me, "Più danni della grandine", e pensavo, sarebbe un'ottima bio (la persona che lo ha detto è ancora viva, ndr)
E tu?
Li ascolti i podcast? Li leggi i blog? Stanno tornando. O preferisci i vlog?
Ospiti
La puntata di oggi è dedicata a un libro veramente notevole, Storia delle librerie d’Italia, edito Newton Compton, e al suo autore. Risponde Vins Gallico (che io ho conosciuto quando era ufficio stampa de L’orma editore).
• "Dai negozi storici ai librai indipendenti, fino alle grandi catene moderne: l’evoluzione della vendita dei libri nel nostro Paese". Come sei arrivato alla decisione di mappare la storia delle librerie d'Italia?
Ho accettato la proposta da parte dell’editore. Per anni avevo lavorato nelle librerie, diretto Rinascita e Fandango Incontro a Roma. Ammetto che quel mestiere lì una forma di dipendenza te la crea. Per cui, sebbene la mia esperienza da libraio si fosse conclusa nel 2015, in un attimo ho ceduto alla tentazione e quasi quasi ci ricascavo.
A parte gli scherzi, ero curioso di capire quanto fosse cambiata la situazione rispetto ai tempi in cui frequentavo i corsi di aggiornamento per il gestionale con altre libraie e librai, vedere cos'era successo alle persone con le quali avevo condiviso un percorso e una passione.
E poi mappare è un po’ come fotografare o scrivere. Il soggetto sta lì, ma chi fotografa o chi scrive decide anche la prospettiva.
• Ecco, qual è, secondo te, la situazione e la prospettiva delle libreria oggi?
Siamo un Paese dove quasi la metà della popolazione è analfabeta funzionale, cioè incapace di capire ciò che sente o legge, addirittura non capisce cosa dice o scrive. Un Paese dove la cultura spesso non è vista come un elemento di coesione, qualcosa che possa aiutarci a crescere insieme, ma come un’arma del privilegio o uno strumento per accrescere le disuguaglianze.
Non condivido la retorica militaresca sulle librerie, non sono l’avamposto, il vaccino, la resistenza. Ma qualcosa di militante in alcune librerie c’è davvero: sono luoghi importanti, per quadranti di città, per alcune zone. E devono accettare di cambiare, perché il mondo è cambiato. Sono luoghi dove si può creare bellezza e comunità. Come? Su questo credo che ciascuna libreria abbia la sua ricetta.
• Le tue librerie del cuore (anche ripercorrendo il libro)
Suvvia, Teodora, ci ho scritto un libro di quasi 300 pagine. Non mi fare litigare proprio adesso. Sono in tante le librerie che sono per me piezz e core.
• Una lettura che ritieni essere stata fondamentale per te
L’arte della gioia non è il mio libro preferito, ma è quello che mi ha cambiato la vita in un momento in cui avevo bisogno di una spinta. Delitto e castigo mi ha invece dato un cazzotto. Ho versato più di una lacrima per Una vita come tante. Amo Franzen, Egan, Krauss, Wallace, DeLillo, Lerner; da ragazzo mi struggevo con Kundera, facevo il maledetto con Cioran e il mollicone con Jean Claude Izzo. Sono un patito delle grandi narrazioni popolari, mi bastano Dumas e Dickens per non staccarmi per ore dalle pagine. Non subisco il fascino dell’autofiction o del memoir.
Non mi piacciono i libri puramente estetici, a costo di una minore etica. Insomma dentro di me funziono come una libreria, provo ad avere un catalogo di classici e novità, di fiction e non fiction. Provo a leggere libri che mi tolgano dalla mia comfort zone. E spero di meticciare sempre di più quelli del mio canone attuale.
• Leggere o scrivere? E il lavoro editoriale?
Anni fa a un convegno sulla scrittura risposi con arroganza e superficialità: scrivere. Ma in verità non passa giorno in cui io non legga, mentre invece passano settimane in cui non scrivo. Attualmente mi occupo sempre più di narrazione audiovisiva, proprio perché il lavoro editoriale è spesso mal pagato, reggendosi su un’ipocrisia vergognosa, su stipendi in nero e volontariati coatti. La felicità sociale di lavorare con i libri non può essere secondaria alla sussistenza di lavoratori e lavoratrici.
• Chi è Vins Gallico
Socraticamente uno che ancora prova a conoscersi, che si mette in gioco, che sta molto in ascolto. Beh, non essendo amante dell’autofiction, non ti parlerò molto della mia vita personale. Alcune cose ce le ho chiare: il mio antifascismo, l’utopia di un processo culturale collettivo, il sogno di contribuire a nicchie di vita alternativa. Direi, un ottimista, secondo i dettami di Paul B. Preciado: “Non ci sono ragioni per essere ottimistз. Ma l’ottimismo non è un sentimento psicologico di speranza. L’ottimismo è una metodologia”.
Ricorda: se hai fatto qualcosa di BELLISSIMO e vorresti dirlo a tutti scrivimi, ne parliamo. Anche se conosci qualcosa di BELLISSIMO che non puoi tenerti tutto per te scrivimi, lo valutiamo✨
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Stay tuned perché stiamo preparando delle sorprese per te che segui Calibri, e intanto vorrei ringraziare chi è salito a bordo nell'ultima settimana: ciao, bello vederti!
Noi ci leggiamo presto✨