Ciao, siamo ON AIR. Questa è Calibri ed è sabato 17, per fortuna non venerdì✨
Stiamo spendendo cifre folli, c’è troppa luce per tornare a casa subito dopo il lavoro, metà di noi è già al mare nel weekend, l’altra metà gira con le mani nelle tasche per città improvvisamente troppo calde, dove però poi dal nulla piove, si ferma in un locale per un calice o una birra piccola, che in realtà sono scuse per fare due chiacchiere, fumare una sigaretta nel cielo chiaro delle 19.00, quando passa un aereo, i bambini giocano al pallone, le tende da sole sventolano nell’aria pre-festiva, ci sono sempre un paio di nuvole in alto, dei motorini che fanno casino e quegli stranieri così ornamentali, con le camicie di cotone e i sandali, appostati fuori dai ristoranti a leggere menu come carte nautiche di un pianeta ignoto.
Di questi periodi non sembra possibile riuscire a fare tutto quel che si deve fare, ma non siamo ancora a quella melassa assassina, la botta rovente che spiaccica e affanna, che arriverà e ci troverà così:
Spendere, correre, concentrarsi, parare, esserci, non fermarsi, in una parola sopravvivere, anche se un po’ svaporati, è un’altra delle abilità estive che tutti gli anni pensiamo di non avere. E invece poi, tra un trauma e un inciampo, tra un casino e l’altro beh, ce la facciamo ✨
Montesalto
Di giugno le ragazze mettono il kimono.
Di giugno le palestre si svuotano, i gatti dormono, le scuole chiudono.
Di giugno i Super Tele rimbalzano a lungo nei cortili e attraversano le strade e tu inchiodi.
Rotolano nel vento che fa volare i tovagliolini e appiccica i capelli ai gelati.
I bar buttano musica anni Ottanta troppo alta.
I muretti si sgretolano nel sole, le automobili si surriscaldano.
Di giugno scade l'assicurazione. Di giugno i vecchi escono dalle loro tane buie per spiare i giovani, i giovani mettono gli occhiali da sole e non li salutano.
Di giugno le ginestre impazziscono, dita gialle su lunghi steli come braccia verdi.
Di giugno cominciano le feste, sei infelice se ci vai e infelice se non ci vai.
Di giugno camerieri di anni due guardano con evidente sfinimento un altro gruppo di ciclisti alle ore tre.
Di giugno le persone spariscono, come volatilizzate, fritte dalla stagione, desaparecide.
Di giugno siamo tutti sulla breccia aspettando cose, paventando cose.
Intanto il mondo fa pubblicità e i manager masticano gomme per mantenersi lucidi.
La montagna si distende al massimo e ride, pronta a contare i danni.
Lei sa tutto di giugno, sa che è proprio così.
Un mese di salti.
Mood
Mi è piaciuto
Che da ieri si può visitare a Genova la mostra dedicata a Wislawa Szymborska
Cent’anni fa nasceva Wislawa Szymborska, vera e propria rockstar della poesia. I suoi libri sono sempre best seller. Citata in canzoni e film, di lei hanno scritto e raccontato in tanti, da Woody Allen a Umberto Eco a Roberto Vecchioni, che le ha dedicato una canzone. […] Il suo nome è tanto difficile da pronunciare, quanto è facile entrare nelle sue poesie, seguendo un pensiero libero, vivace, allegro, lucido, che descrive i fatti piccoli e grandi che rendono unica ogni giornata.
Dove: al Museo d’arte contemporanea Villa Croce di Genova, fino al 3 settembre. Clicca qui per maggiori info sulla mostra monografica “Wisława Szymborska. La gioia di scrivere”
Questo stralcio (chissà da che libro proviene):
La mia è una natura molto sensibile. Reagisco immediatamente all’ambiente e a tutto quanto mi circonda. Quando il sole risplende su di me, mi espando. Per vedermi nella miglior luce, dovete vedermi nel mio ambiente adatto. Una buona tavola. Una buona cantina. L’arte. La musica. Le belle cose. Una compagnia affascinante e piena di spirito. Allora comincio a brillare. Mi sento trasformato.
*Scoperto grazie alla condivisione di Fëdor @ oubliertout che ringrazio, ndr
Questo breve intervento di
su Anthony BourdainLui usava l’unica lingua che, assieme alla musica, è davvero universale: cosa ci rende più diversi se non le abitudini alimentari? E cosa ci unisce di più se non sederci attorno a un tavolo e condividere del cibo? Niente. È qualcosa di primario e primordiale.
Cosa sto leggendo
Info su questo libro di Marco Granata edito Il Saggiatore (tra l’altro è stato presentato da
mercoledì (metto copertina):Non siamo soli nelle nostre città. Confuse tra i fiori dei balconi volteggiano farfalle variopinte; al limitare della strada, volpi furtive sgusciano e si nascondono fra gli arbusti dei parchi, scomparendo nel loro labirintico sottobosco in cerca di cibo; nel buio della notte metropolitana, una civetta va a caccia, padrona delle ombre. Per quanto impressionante ci possa sembrare, ognuno di loro – zanzare e topi compresi – contribuisce a mantenere in equilibrio un ecosistema unico e che perlopiù ci è ignoto. […] Bestiario invisibile ci svela i segreti delle città selvatiche, dell’universo che vive silenziosamente accanto a noi. Un’opera che ci mostra come in ogni momento e in ogni contesto sia possibile trovare qualcosa di straordinario nascosto nelle pieghe dell’ordinario.
La lista in aggiornamento delle Substack carine secondo
Cosa sto ascoltando
Stone Temple Pilots (di nuovo)
A cosa sto pensando
Sto pensando ai tatuaggi, agli occhi a mandorla, alle magliette i sorrisi il tempo che passa e le persone non le rende mica brutte, anzi: ma quante cose ci sono da essere, da diventare, a qualsiasi età? Poi alle cose da fare, a quelle che non sto facendo e al nostro piccolo romanzo quotidiano incastrato nel grande romanzo collettivo, e nazionale, di cui ha fatto parte anche l’era che Rivista Studio chiama Generazione Berlusconi, considerando che
Quando Silvio Berlusconi discese in campo noi Millennial andavamo alle elementari o all’asilo. Gli adulti in casa improvvisamente erano molto agitati o estremamente esaltati e la domenica, quando più famiglie si riunivano allo stesso desco, era meglio trangugiare velocemente le fettuccine al ragù e andare a giocare fuori a pallone coi cugini. L’energia intorno alla lunga tavolata imbandita era elettrica, generata dallo scontro del polo familiare berlusconiano con quello antiberlusconiano.
E tu?
Sei di quelli che, È finita un’epoca? Che ne pensi del tempo che va? Delle t-shirt minimal? E di questa puntata che contiene insolitamente così tanti rimandi al cibo?
Ospiti
L’ospite di oggi è un verde silenzio, con delle fontane, perché sì.
Bisognerebbe andarsene per giardini e fare delle foto agli ingressi, alle edere che sbordano dai muri di pietra, ai fiori piccoli con dentro gli insetti e il profumo di tante estati fa 🦗
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Prima di andarcene tutti a fare quello che ci pare in questo soleggiato sabato pomeriggio, voglio dire grazie a chi si è appena aggiunto a Calibri: piacere di conoscerti! <3
È stata una buona idea mescolare così tanto le carte? Lo scopriremo.
Noi ci leggiamo presto✨
Grazie Teodora, che bello "leggersi" altrove :)
Grazie Teodora, è sempre bello ritrovarsi nella casa di altre persone. Anzi, direi che Substack mi sembra sempre di più un salotto comune in cui incontrarsi, una specie di festa in cui ogni volta che arriva una nuova persona, entra in circolo.